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  • Writer's picturemille mariu

Sorprese dalla vita

Invece di andare indietro o dentro l’archivio, senza andare troppo a frugare in quello che è stato il mio ieri (certamente pieno di sfide e lotte - personali e di altre, che hanno trovato il tempo per maturare e cadere a terra) ho deciso di scrivere così, di getto. come un frutto maturo il mio corpo ha sentito la necessità di conoscersi, sentire quello che il mio corpo aveva da dirmi. lo sottovalutiamo un pò tutti forse, io per esempio l’ho fatto. ma oggi ho un corpo adulto, ho quasi 33 anni e sono pronta a credere che i nostri corpi sono la cosa più preziosa che abbiamo. se arrivassimo a questa consapevolezza profonda credo che molti corpi, oggi, dopo le tante guerre che pesano sulla Terra, sarebbero qui a fianco a noi, a fare del loro meglio. A dare al mondo e agli altri la parte migliore. non sempre il massimo. che bello sarebbe farlo tutti! e che bello sarebbe se facendolo non risultassimo tutti imbecilli o fuori tempo/tema. i corpi coscienti. il corpo che parla e ha una memoria degna di essere riconosciuta. Il mio è  un corpo che ha scelto di farsi testimone cosciente di uno spaccato della nostra realtà: il corpo delle donne migranti. no, non come la bianca (manco più bionca) occidentale privilegiata, dall’alto di chissà quali presunzioni, ma come una di loro, in un unico atto politico. chiaro e forte. UN GRIDO, UNA MAREA. testimoni sopravvissute ai giuramenti, ai viaggi, alle connection house, ai deserti, alle prigioni, alle violenze sessuali, ai morti, al mare, ai naufragi, alle violenze, aglisfruttamenti, alle minacce.

i corpi delle donne migranti urlano in mezzo a noi, a volte gridano aiuto. altre volte sono imbrigliate in un sistema di accoglienza, internazionale, europeo, nazionale e locale che non ha proprio nulla da vantare con nessun'altra. le migrazioni (immigrazioni - chi viene - ed emigrazioni - chi va) non sono emergenze sociali, sono dati di fatto naturali. da che mondo e mondo gli uomini camminano e quindi migrano (si spostano) da un punto ad un altro. il processo di risignificazione del proprio corpo, dopo eventi difficili, pesanti, violenti, traumatici, stressanti, è molto complesso ma no, non impossibile. ci si può davvero sorprendersi della vita. la vita dentro, interiore. non so se farci un augurio, visto che è il primo mese di un nuovo anno. spero che quest’anno sapremo essere meno violenti, cattivi, competitivi e più buoni, accoglienti e collaborativi. condividere è di gran lunga meglio di dividere. 


vi abbraccio strette

se vi và commentate, condividete, scrivete, elaborate, pensate

altrimenti mi avrete tenuto in buonissima compagnia


1000

mariù


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